Tecniche SEO
White hat SEO, Gray hat SEO, Black hat SEO
Autore: Andrea Pacchiarotti
Ultimo aggiornamento: 03 Aprile 2023
Categoria: Web Marketing

In questo articolo non tratterò le tecniche di White hat SEO dato che ne ho già parlato in alcuni articoli relativi alla SEO che puoi cercare nel mio blog e nel mio libro SEO on-page e SEO off-page: come farsi trovare sui motori di ricerca, ma farò un excursus sulla Gray hat SEO e sulla Black hat SEO descrivendone le principali tecniche. Una precisazione: si scrive grey o gray? Sono entrambi dei termini validi per tradurre grigio; gray è comune negli Stati uniti, mentre grey dove si parla inglese. Qui userò il termine gray, quindi Gray hat SEO e non Grey hat SEO. Non perderti comunque l'articolo sulla checklist SEO 2023! Inoltre ricorda una cosa importantissima, da marzo 2021 Google posiziona i siti in SERP basandosi sulla versione mobile e non più su quella desktop! Curioso delle tecniche ? Continua a leggere!
Sommario White hat SEO vs Gray hat SEO vs Black hat SEO
- White hat SEO, Gray hat SEO, Black hat SEO in breve
- White hat SEO vs Gray hat SEO vs Black hat SEO
- Black hat SEO
- White hat SEO
- Gray hat SEO
- Conclusione
White hat SEO, Gray hat SEO, Black hat SEO in breve
White hat SEO, Gray hat SEO e Black hat SEO sono tre approcci differenti all'ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO) che sono utilizzati dai proprietari di siti web e dai marketer per migliorare la visibilità del loro sito web nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca (SERP).
White hat SEO si riferisce a tecniche etiche e legittime che seguono le linee guida dei motori di ricerca e le migliori pratiche. Queste tecniche mirano a migliorare l'esperienza dell'utente fornendo contenuti di alta qualità, ottimizzando la struttura e la navigazione del sito web e costruendo backlink naturali e pertinenti. Esempi di tecniche di white hat SEO includono la ricerca e l'ottimizzazione delle parole chiave, l'ottimizzazione on-page, la creazione di contenuti e la costruzione di link attraverso l'outreach e il guest posting.
Gray hat SEO si riferisce a tecniche che non sono strettamente white o black hat, ma si collocano in una zona grigia tra le due. Queste tecniche possono essere considerate leggermente manipolative o non etiche, ma non sono necessariamente illegali o contro le linee guida dei motori di ricerca. Esempi di tecniche di gray hat SEO includono le reti di blog privati (PBN), l'acquisto di domini scaduti e il keyword stuffing in misura moderata.
Black hat SEO si riferisce a tecniche che sono espressamente vietate dai motori di ricerca perché violano le loro linee guida e mirano a manipolare i risultati di ricerca. Queste tecniche sono non etiche e possono comportare penalità, tra cui la rimozione dall'indicizzazione o il divieto dai risultati dei motori di ricerca. Esempi di tecniche di black hat SEO includono il keyword stuffing, il testo nascosto, il cloaking, l'acquisto di link e l'uso di software o bot automatizzati per generare traffico o link falsi.
In sintesi, White hat SEO è l'approccio più etico e sostenibile per l'ottimizzazione per i motori di ricerca, mentre Gray hat SEO si trova in una zona di confine e può essere rischioso. Black hat SEO è considerato non etico e può comportare severe penalità da parte dei motori di ricerca. Vediamo, più in dettaglio le tre tecniche.
White hat SEO vs Gray hat SEO vs Black hat SEO
Come detto le tecniche SEO hanno l’obiettivo di migliorare il posizionamento di un sito web sui motori di ricerca (che nel prosieguo dell’articolo identificherò con Google). Esse possono essere riconducibili a tre categorie: White hat SEO, Gray hat SEO, Black hat SEO (come saprai hat significa cappello, perché questo nome associato alla SEO? Nella prima metà del Novecento il cappello nero era sulla testa dei cattivi e quello bianco su quella dei buoni; non esiste un cappello grigio).
La White hat SEO individua quelle tecniche SEO ammesse da Google, in tal modo non si corre il rischio di essere penalizzati mentre si ottimizza il sito per migliorarne il posizionamento in SERP. Differentemente dalle altre tecniche quelle White hat SEO presuppongono costanza e, se fatte bene, danno ottimi risultati già in un medio termine, molto dipende però anche dall’importanza dei competitor.
All’estremo opposto stanno le tecniche cattive contraddistinte dalla Black Hat SEO (definite anche dal termine spamdexing, cioè spam unito a indexing). Può capitare infatti che si tenti di manipolare i risultati dei motori per i propri scopi tramite operazioni che violano le suddette linee guida di Google. Raggirare il naturale meccanismo di valutazione dell’algoritmo di Google per tentare di accrescere più velocemente il buon posizionamento di un sito, non è infatti consentito. Attraverso tecniche Black hat SEO il traffico del sito probabilmente crescerà in modo rapido, ma appena l’algoritmo del motore capirà la tecnica SEO ingannevole penalizzerà i contenuti legati al dominio. Troppo rischioso, vero?
A cavallo tra le due tecniche c’è la Gray hat SEO che comprende attività al confine con il Black hat, ma non (ancora) penalizzate dagli algoritmi. La SEO muta di continuo. I motori si rinnovano e migliorano costantemente, risulta quindi indispensabile essere tempestivamente informato sugli aggiornamenti.
Considera però anche una cosa, Google desidera fortemente che tu investa denaro nelle sue campagne Google Ads. Google è il miglior motore di ricerca e per questo motivo ha monopolizzato il mercato, punta a monetizzare attraverso le campagne pubblicitarie e probabilmente premia i siti che, almeno ogni tanto, investono soldi nel suo servizio di annunci.
Dunque anticipando ciò che leggerete:
- White hat SEO è per Google l’unica via; ma in realtà è ottimale solo per alcuni siti
- Gray hat SEO non è trattato ufficialmente da Google, ma tramite gli algoritmi spinge affinché il proprietario del sito, per essere nella prima pagina della SERP, investa in pubblicità; in realtà è necessaria per molti siti
- Black hat SEO è per Google il modo per farsi bannare, non hai voluto investire in Google Ads? Problemi tuoi…; è spesso utile nel breve periodo, ma non etico e pessimo nel medio lungo termine. Le tecniche di Black Hat SEO sono ben indicate nelle linee guida, quindi non hai scuse se ti beccano!
Black hat SEO
Parlandoci onestamente dovresti (sempre) evitare la Black Hat SEO, specialmente se il tuo scopo non è quello di raggiungere la prima posizione in SERP in maniera aggressiva, anche perché chi la usa non investe mai su Google Ads e il motore di Mountain view avrà una ragione in più per bloccare chi la mette in atto
Tecniche principali di Black hat SEO secondo Google
Ecco di seguito le tecniche vietate (ordine alfabetico):
- Appropriazione di contenuti
Chi copia contenuti da siti più autorevoli con modifiche limitate (article spinning) o nulle, senza creare valore aggiunto per l’utente e correndo anche il rischio di violare il copyright se non si cita la fonte. Esistono addirittura software che rubano articoli da altri siti e li differiscono solo leggermente dall'originale - Caricamento di pagine con parole chiave irrilevanti
Ciò comporta un peggioramento della user experience e può incidere sul ranking del sito. Esempi: - Elenchi di numeri di telefono, città e stati senza valore aggiunto
- Ripetizione ridondante delle stesse parole o frasi chiave da rendere l’articolo innaturale (keyword stuffing)
- Cloaking
Mostrare ai visitatori contenuti diversi da quelli presentati ai motori di ricerca. Esempi: - Offerta di una pagina di testo HTML ai motori, visualizzandone una di immagini per gli utenti
- Inserimento di testo o keyword in una pagina solo quando l'user-agent che la richiede è un motore e non un umano
- Comandi di reindirizzamento non ammessi
Il reindirizzamento invia un utente a un URL diverso da quello richiesto. Ciò è corretto ad esempio quando sposti il sito a un nuovo indirizzo o unisci più pagine in una. Non va bene se invece si vogliono ingannare i motori o presentare agli utenti contenuti diversi da quelli rivolti ai crawler. I reindirizzamenti 301 sono i migliori se devi spostare il sito, anche se puoi usare un reindirizzamento JavaScript se non hai accesso al server - Contenuti generati automaticamente Esempi:
- Testo che non ha senso per l’utente, ma che può contenere keyword per la ricerca
- Testo tradotto da uno strumento automatico senza revisione umana
- Testo generato con tecniche di creazione di sinonimi o di offuscamento automatizzate
- Testo generato mediante appropriazione di risultati di ricerca o feed Atom/RSS
- Aggregazione o combinazione di contenuti provenienti da pagine web differenti senza apporto di valore aggiunto
- Creazione di pagine con assenza o scarsa presenza di contenuti originali Esempi:
- Contenuti generati automaticamente
- Pagine affiliate senza valore aggiunto
- Contenuti di bassa qualità provenienti da altre fonti
- Pagine doorway
- Creazione di pagine con comportamento dannoso, ad esempio di phishing o che installano virus, trojan o altro badware
Normalmente la sezione commenti di un sito è inondato dal contenuto degli spambot che pubblicano parole senza senso con un URL che funge da backlink al sito desiderato. Esempi: - Modifica della posizione dei contenuti di una pagina in modo che, quando un utente crede di cliccare un certo link, il suo clic viene registrato da una parte diversa della pagina
- Inclusione di file indesiderati in un download richiesto da un utente
- Installazione di malware, trojan, spyware, annunci o virus sul computer di un utente
- Modifica della pagina iniziale o delle preferenze di ricerca del browser di un utente senza richiesta del consenso
- Invio di query automatizzate senza il consenso di Google
Tale invio consuma risorse e prevede l'uso di software per stabilire il ranking delle pagine web nella SERP per varie query. Vengono penalizzati anche altri tipi di accesso automatizzato a Google senza autorizzazione - Pagine doorway
Pagine o siti creati esclusivamente per essere posizionati nella parte alta della SERP relativamente a query di ricerca specifiche, ma non utili per l’utente. Esempi: - Diverse pagine o domini scelti come target di aree geografiche che rimandano gli utenti a un'unica pagina
- Pagine generate per incanalare i visitatori nella parte effettivamente utilizzabile o pertinente del sito
- Pagine quasi uguali più simili a risultati di ricerca che a una gerarchia consultabile ben definita
- Partecipazione a programmi di affiliazione senza apportare un sufficiente valore aggiunto
Google ritiene che siti affiliati estremamente scarni non offrano valore aggiunto agli utenti. Poiché una SERP può restituire molti di questi siti, tutti con gli stessi contenuti, l'esperienza utente ne risulta compromessa. Esempi: - Pagine con link di affiliazione a prodotti in cui le relative descrizioni e recensioni vengono copiate direttamente dal commerciante originale senza alcun valore aggiunto
- Pagine di affiliazione di prodotti in cui la maggior parte del sito è stato creato a scopi di affiliazione e contiene poco valore aggiunto per gli utenti
- Partecipazione a schemi di link
Aumento innaturale di link in entrata, che è il maggior fattore di ranking. Ci sono siti e aziende che vendono pacchetti di backlink. In linea di massima, una campagna di acquisizione link può non essere considerata Black hat SEO se dà valore aggiunto agli utenti. Se trovi un sito che partecipa a schemi di link dillo a Google per consentirgli di migliorare il loro rilevamento. Esempi: - Acquisto o vendita di link
- Scambio eccessivo di link tra due siti o creazione di pagine solo per lo scambio di link
- Campagne di guest posting eccessive con anchor text pieni di keyword
- Uso di software o servizi automatizzati per creare link al sito
- La richiesta di un link nell'ambito di un accordo senza permettere a un proprietario di contenuti di terze parti di scegliere se usare o meno l’attributo rel=”nofollow”
- Testo o link nascosti
Non è consentito inserire, in qualunque modo, testo o link nascosti nei contenuti per manipolare il ranking, ma non tutto il testo nascosto è ingannevole... Per esempio, se il sito include tecnologie a cui i motori accedono con difficoltà, come JavaScript, l'uso di testo descrittivo può migliorare l'accessibilità del sito (inserisci lo stesso contenuto di JavaScript in un tag <noscript>). Va però considerato che gli utenti che usano screen reader, browser per cellulari, browser senza plug-in e connessioni lente non potranno avvantaggiarsi con il testo descrittivo. Per eseguire un test di accessibilità del sito basta usare un browser testuale come Lynx. - Utilizzo illecito del markup dei rich snippet
White hat SEO
A quanto pare la White hat SEO è quella che ti darà meno problemi. Il tuo sito sarà (quasi) sempre legale quando entreranno a regime nuovi algoritmi. È la strategia migliore? Dipende da quali sono i tuoi obiettivi, ma comunque è per Google l’unica opzione realmente praticabile, la SEO grigia è snobbata e quella nera proibita.
Gray hat SEO
La Gray hat SEO naviga nel limbo, al confine tra quello che è permesso e ciò che è Black hat SEO, ma per la quale Google ancora non contempla penalizzazioni. È comunque pericolosa, perché un cambiamento nell’algoritmo di scansione del motore potrebbe portare a considerare SPAM ciò che oggi non lo è, ma domani potrebbe esserlo. Dunque i continui aggiornamenti di Google obbligano a far mutare la strategia per stare al passo con le novità. La Gray hat SEO non fa male a nessuno, ma a Google comunque non piace poiché preferisce che tu investa denaro per farti generare traffico tramite campagne Ads e quando vede backlink che puntano sul tuo sito, capisce di aver perso l’occasione di ottenere potenziali introiti. Dunque se vuoi usare le tecniche grigie sii attento affinché non sfocino nella Black hat SEO, assicurandoti di essere ben preparato su ciò che è consentito e su ciò che non lo è. In ogni caso anche la Gray hat SEO può far salire il tuo sito velocemente in SERP, è probabile però che difficilmente ci resterà a lungo se non l’hai utilizzata come aggiunta alla White hat SEO.
Tecniche principali di Gray hat SEO
- Commenta in maniera circostanziata i blog pertinenti e linkali verso il tuo sito
- Crea una PBN, Private Blog Network o rete privata di blog, ma attento, può essere vista come una tecnica Black hat SEO, se non ben costruita. Acquista qualche dominio autorevole scaduto (se ci riesci…) e crea una rete di diversi domini con articoli di alta qualità, collegati tra loro, grazie ai backlink
- Acquista sporadicamente qualche link a tema controllando che non provenga da domini spam o con bassa autorità
Conclusione
Indossa il cappello che più ti piace, quale tecnica usare dipende solo da te e dal tuo obiettivo. Vuoi posizionare in maniera rapida un sito attraverso la Black hat SEO? Ok tenta, ma ti esponi a un alto rischio. Magari potresti acquistare un dominio e fare un po’ di esercizio con le tecniche nere e grigie. Il mio consiglio ufficiale non può però che essere quello di usare esclusivamente tecniche White hat SEO per annullare il rischio di penalizzazioni. Attento, esiste anche la Negative SEO!
Per approfondire ti consiglio la lettura su come incrementare il traffico verso il tuo sito web e le principali tecniche di SEO on-page e SEO off-page.
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